Volontariato

E l’Italia che fa? Si divide sul nulla

Il nuovo provvedimento sancisce i criteri di gestione del Fondo nazionale e detta nuove regole per i servizi pubblici e le associazioni non profit. Ma è diventato il pretesto per il solito e inutile g

di Cristina Giudici

E in Italia come va la lotta alla droga? Come sempre c?è molta confusione. Dopo l?approvazione dell?ennesimo decreto legge che proroga i termini dei finanziamenti non ancora erogati del Fondo nazionale per la lotta alla droga (erano ancora fermi al ?94), sta per arrivare alla Camera il nuovo testo unico sulle tossicodipendenze che dovrebbe regolamentare l? intervento pubblico in materia di droga. L?atteso disegno di legge (relatore Giuseppe Lumia della Sinistra democratica), che dovrebbe sancire una volta per tutte i criteri di gestione del Fondo nazionale e dettare le coordinate per l?azione di servizi pubblici e dei centri, comunità e associazioni non profit che operano nella prevenzione e cura della tossicodipendenzasi è subito impantanato in Commissione Affari sociali nelle schermaglie fra destra e sinistra, proibizionisti e antiproibizionisti. Durante l?audizione del 25 febbario scorso quando la ministra Livia Turco ha candidamente dichiarato: «La legislazione attuale non prevede il monitoraggio dei trattamenti a base di metadone. Una lacuna da colmare perché oggi non si conosce il numero di quanti,attraverso questo farmaco, riescano ad uscire dalla droga». E si è subito scatenato un putiferio. Nicola Carlesi di An ha annunciato «Chiederemo l?apertura di un?indagine conoscitiva sull?uso del metadone, sull?efficacia dei progetti ?di riduzione del danno? e sul perché il servizio pubblico non si occupi più della sorte del tossicodipendente in seguito al trattamento presso il Sert. É un?ammissione di fallimento». Anche i Popolari con Gioseppe Fioroni hanno minacciato di bocciare il testo perché «nell?articolo 1 sul concetto della riduzione del danno lascia aperto lo spiraglio ad una sperimentazione della somministrazione di eroina». E Gloria Buffo per il Pds ha sottolineato che: «Sull?eroina di Stato ribadiamo la nostra contrarietà. Il tentativo della destra di inserire questo tema nel ddl per sbarrargli la strada è fallimentare».
Ma cosa pensano gli esperti e gli operatori che tutti i giorni devono fare i conti con la realtà delle tossicodipendenze? Massimo Barra, medico e fondatore della comunità Villa Maraini insorge: «Troppo rumore per nulla. I politici giocano con le parole. Per loro la riduzione del danno è uguale alla liberalizzazione e la somministrazione del metadone è uguale ad alzare bandiera bianca davanti ai signori della droga. Se non c?è riduzione del danno allora ci sarà aggravamento del danno.Dei drogati bisogna prendersene cura e per prendersene cura bisogna prima salvarli». «Ma attenzione», avverte Barra, «la somministrazione dell?eroina controllata potrebbe essere attivata solo nei confronti di quei tossicodipendenti di fronte ai quali noi siamo impotenti perché cercano la morte, utilizzare l?antiproibizionismo nella cura significa salvare delle vite, ma in questo caso allora dovremmo anche poter avere una legge che ricorre al ricovero obbligatorio. Io non credo che il disegno di legge possa far chiarezza anche perché i nostri politici stanno ancora combattendo la guerra fredda».
Neppure alla Direzione generale servizi antidroga del Ministero degli Interni si fanno molte illusioni: « Si sta discutendo come regolare al meglio duecento miliardi di lire, briciole rispetto al fatturato di 50/60 mila miliardi che in Italia proviene dal traffico di droga», sottolinea un autorevole funzionario, «in questo paese ci sono risorse professionali molto qualificate e risorse finanziare destinate alla cura e recupero dei tossicodipendenti che sono ridicole. É impensabile che con questi strumenti si possa tenere il fenomeno della tossicodipendenza sotto controllo».
Don Vinicio Albanesi presidente del Cnca nutre invece qualche debole speranza: «Era ora che arrivasse una nuova legge sulla droga perché i tempi sono cambiati e manca una legislazione coerente. La cura è una strategia complessa: l?assistenza farmacologica, riduzione del danno, prevenzione e rinserimento non possono essere scissi nè ridotti a una sterile polemica far proibizionisti e antiproibizionisti».
Anche la Federazione italiana comunità di recupero spezza una lancia a favore della legge. «Finalmente un testo di legge che prende in considerazione l?esperienza condotta dal mondo del non profit e valorizza le esperienze cresciute al di fuori delle comunità di recupero tradizionali», afferma Bianca Costa, presidente della Federazione.
«La legge», ricorda Costa, «premia infatti il finanziamento di enti, organizzazioni di volontariato, cooperative, ma anche servizi sperimentali di prevenzione e recupero sul territorio e valorizza lo sforzo di chi crede che il dibattito sulla droga non possa essere ridotto a liberalizzazione-proibizionismo».

Il caso Italia

Eroinomani      160 mila (3 per mille)
Loro età media      29 anni
Decessi per abuso di droghe (?96)      1566
Consumatori di cannabis      3 milioni (2%)
Sequestri di marijuana (?97)      42.160 kg
(più 713% rispetto al ?96)
Di hashish (?97)       14.468 kg
(più 146% rispetto al ?96)
Di eroina (?97)      441 kg
(meno 61%)

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